INIZIARE A MEDITARE

Spesso la difficoltà per chi vorrebbe iniziare a meditare è che meditando a casa da soli ci si perde. Spiegherò di seguito cosa accade.

IL RISULTATO DELLA MEDITAZIONE: COS’È

Il nucleo di ogni pratica di meditazione è la concentrazione dell’attenzione su un “oggetto”.

L’ oggetto della meditazione varia da tecnica a tecnica, ma la concentrazione dell’attenzione rimane l’essenza comune ad ogni stile. L’oggetto della meditazione può essere il proprio respiro, una frase (koan), la fiamma di una candela, ecc…

Concentrando, o provando a concentrare la mente sull’oggetto della meditazione, di solito (all’inizio sempre) qualcos’altro accade. Questo qualcos’altro che accade viene chiamato risultato della meditazione.

Il risultato della meditazione può rientrare nella categoria dei pensieri, delle emozioni o delle sensazioni corporee. Spesso chi è all’inizio della pratica di meditazione ha moltissimi pensieri che emergono come risultato della meditazione, oppure sensazioni fisiche di insofferenza. Tutto ciò sembra essere un problema, qualcosa di sbagliato che impedisce di meditare e che non dovrebbe succedere. In realtà fa parte del normale processo di purificazione a cui la meditazione stessa porta: provi a concentrare la tua mente su qualcosa, e tutto il materiale che agita la tua mente tende ad emergere.

Proviamo a chiarire meglio questo punto: se non ti muovi verso un obiettivo non incontrerai gli ostacoli che si interpongono tra te e quell’obiettivo, e sarai inconsapevole di essi. Invece, quando con la tua intenzione ti rivolgi ad un obiettivo, la prima cosa che accade è che incontri gli ostacoli che ti separano da esso e ne diventi consapevole. La seconda cosa che accade è che hai l’opportunità di superarli e avvicinarti così al tuo obiettivo. Questo è ciò che accade sempre nella vita, e anche nella meditazione.

Il primo materiale che emerge all’inizio della pratica di meditazione è lo strato più superficiale della mente, il rumore di sottofondo che sempre ci accompagna ma di cui di solito non siamo pienamente consapevoli: è come avere sempre la tv accesa in sottofondo. Ma non appena proviamo a concentrare l’attenzione su qualcosa, ecco che quel rumore emerge in primo piano, e sembra impedirci di meditare in modo efficace. Invece, è il risultato stesso della meditazione e per passare alla fase successiva è necessario attraversare questa prima fase. Oppure, il corpo diventa insofferente, perchè mentre tentiamo di tenere ferma la mente sull’oggetto della meditazione, tentiamo anche di tenere fermo il corpo, e le energie che si agitano in esso emergono, secondo lo stesso principio esposto sopra.

Si tratta dunque di trovare un modo che supporti nell’attraversare questa prima fase. Che aiuti a rimanere nella pratica invece di perderci nei pensieri o di desistere per via dell’insofferenza. Questo supporto si può trovare in una tecnica di meditazione adatta a chi inizia, oppure nel contesto in cui si medita. Meglio ancora, in entrambi.

Ogni tecnica di meditazione ha il suo modo di trattare i risultati.

COSA FARE COL RISULTATO DELLA MEDITAZIONE

La tecnica dell’Intensivo di Illuminazione prevede che questi risultati, qualunque essi siano, vengano comunicati verbalmente ad un ascoltatore silenzioso. Esprimere i risultati della meditazione è uno dei modi più agevoli, e di fatto per chi inizia spesso l’unico percorribile, per superare “gli ostacoli” che si presentano.

Questo in realtà fu esattamente il principio che guidò l’ideazione della tecnica di meditazione dell’Intensivo di Illuminazione: offrire agli occidentali uno strumento che consentisse loro di meditare, essendo più affine alla loro forma mentis (ovvero, una mente molto strutturata e piena di materiale).

Meditando da soli a casa si tende a perdersi in quel rumore mentale che emerge e che finisce per portarci completamente via dal nostro intento. Oppure l’insofferenza nel corpo diventa tale da rendere impossibile continuare a stare fermi.

Potendo esprimere i risultati, essi semplicemente svaniscono e il processo risulta essere più spedito. Questo vale anche per coloro che hanno già esperienza nella meditazione.

Una precisazione: ho parlato fin qui di cosa accade a chi inizia con la meditazione e dell’emergere del materiale più superficiale. Naturalmente una volta superata questa prima fase e proseguendo nella pratica, continuerà ad emergere altro materiale come risultato della meditazione, materiale più profondo che presenterà altri tipi di sfide. La comunicazione del risultato della meditazione risulta essere un approccio efficace anche per il materiale più profondo.

IL CONTESTO IN CUI MEDITARE: IL RITIRO DI MEDITAZIONE

Un altro motivo per cui chi inizia a meditare a casa da solo tende a perdersi, è che serve molta autodisciplina per farlo.

Partecipare ad un ritiro di meditazione invece che meditare da soli a casa, è un notevole aiuto perchè la struttura del ritiro si sostituisce all’autodisciplina nel mantenerci nella pratica. È come essere su delle rotaie, invece che persi in un territorio sconosciuto senza bussola nè mappa.

Anche l’energia del gruppo, ovvero un gruppo di persone riunito con l’intenzione di muoversi verso un comune obiettivo, risulta essere un notevole supporto al mantenerci nella pratica. Come essere portati dalla corrente di un fiume.

Oltre a ciò, posso aggiungere che un ulteriore vantaggio del partecipare ad un ritiro di meditazione è che la continuità della pratica per più giorni consecutivi consente di addentrarsi più in profondità invece di ricominciare ogni volta quasi da capo. Infatti, lo scopo della meditazione è quietare la mente fino al silenzio, ed è in quel silenzio che l’esperienza di Unione può avvenire.

Ogni volta che meditiamo ad esempio per un’ora, questo incrementa la nostra abilità di concentrare la mente, portando a galla il materiale che la agita, e quindi liberandosene. Ma subito dopo, riprendendo la quotidianità, torniamo a riempire la mente di informazioni, di considerazioni, di esperienze che la agitano. Dunque, in questo senso, ogni volta è come riprendere da capo nel processo di quietarla fino al silenzio.

Concedersi più giorni consecutivi in un ritiro di meditazione è senz’altro un validissimo modo per sperimentare molto oltre ciò che è accessibile con sporadiche e brevi sessioni di meditazione, seppure anche queste abbiano un’indubbia utilità.


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