YOGA E MEDITAZIONE

Yoga significa unione con Dio (Verità, Amore Divino, Assoluto, o comunque lo si voglia chiamare). È il sentiero per coloro che rinunciano ai piaceri del mondo e tendono al benessere spirituale. Invece bhoga, la ricerca del piacere, è il sentiero per coloro che aspirano al benessere materiale.

Ciò che in occidente abbiamo comunemente imparato ad identificare con la parola “yoga” è normalmente una parte limitata di esso. È spesso la pratica delle posture del corpo, chiamato non del tutto correttamente hatha yoga. Infatti lo yoga delle posture è solo uno dei passi dell’Hatha yoga.
L’Hatha yoga e il Raja yoga sono le due parti che insieme costituiscono lo Yoga vero e proprio, così come era inteso tradizionalmente nell’antichità: una via di realizzazione spirituale e liberazione completa.

La scienza dello Yoga

Come spiega Charles Berner, l’ideatore dell’Intensivo di Illuminazione:

“La scienza della yoga si compone di otto passi e include sia l’Hatha yoga che il Raja yoga.

Hatha yoga significa unione sole-luna e include i primi cinque passi:
 1. Limitazioni
 2. Osservanze
 3. Posture (Asana)
 4. Controllo del respiro (Pranayama)
 5. Ritiro dei sensi dagli organi di senso.

Raja yoga significa unione regale e include gli ultimi tre passi:
 6. Concentrazione
 7. Meditazione
 8. Samadhi – lo stato di unione con l’Assoluto.

Hatha yoga inizia con le Limitazioni e le Osservanze, ossia, ciò che non si dovrebbe fare e ciò che si dovrebbe fare. A queste seguono le posture. Quando si sono fatti progressi in questi primi tre passi, quello successivo è il controllo del respiro che rappresenta una grande purificazione.
Quando la purificazione è sufficiente (…), quando si è raggiunta la maestria delle Limitazioni e delle Osservanze, delle Posture e del Controllo del Respiro, allora avviene il ritiro dei sensi dagli organi di senso.
Il Ritiro dei sensi dagli organi di senso è il ponte dall’Hatha yoga al Raja yoga. I rimanenti tre passi  sono Raja yoga. Se è avvenuta abbastanza purificazione a questo punto, ci sarà qualche successo nel Raja yoga. Altrimenti, si avranno grosse difficoltà.”

Per essere pronti al Raja yoga, ovvero a ciò a cui ci si riferisce genericamente con il termine meditazione, è necessario un certo grado di purificazione. Senza di essa, praticare meditazione risulta normalmente talmente frustrante e faticoso da indurre le persone ad abbandonare rapidamente.

“Prima dovete educare voi stessi attraverso il corretto comportamento e la giusta azione. Poi purificare il corpo attraverso le posture (…) e il controllo del respiro.
La fase finale dell’Hatha yoga consiste nel ritirare l’attenzione dagli organi di senso. A quel punto si è pronti per iniziare Raja yoga. 

Quanto potrebbe durare la fase dell’Hatha yoga? Dipende molto da quanta purezza avete all’inizio (…) potrebbe durare da tre mesi a dodici anni. Il periodo tipico per una persona comune interessata alla spiritualità potrebbe essere da due a tre anni e mezzo.
Comunque, in Occidente, le persone sono impazienti e iniziano prematuramente il Raja yoga. Leggono un libro, sono molto attratti dalla meditazione, e iniziano a meditare. La maggior parte di loro, dopo aver tentato Raja yoga per un po’, si scoraggia e lascia perdere.

Ciò avviene prima di tutto per una preparazione inadeguata (…) ossia, che abbiate concluso i primi cinque passi dell’Hatha yoga.”

Il campo d’azione nell’Hatha Yoga è il corpo, dai sopraccigli in giù. Il controllo degli organi dei sensi e dei centri nervosi è il suo obiettivo. Tramite esso si perviene al pieno controllo dei sensi e degli organi di azione.
Con il quinto passo dello yoga, l’attenzione viene ritirata dagli organi di senso: gli occhi, il naso, la lingua, le orecchie e la pelle.

Con Raja Yoga si perviene al controllo della mente. Il suo campo di azione è dai sopraccigli in su. Il Samadhi è il suo fine: lo stato di Consapevolezza Suprema e perfetta beatitudine.

Limitazioni e osservanze

Purtroppo, abbiamo sviluppato una forma di rifiuto di massa e di incomprensione proprio rispetto ai primi due passi dello yoga, le limitazioni e le osservanze.
Dopo essere stati oppressi e controllati per due millenni da un’istituzione religiosa e avendo in tutto questo completamente perso la comprensione profonda della vera motivazione per cui varrebbe la pena seguire norme di un comportamento etico, la maggior parte delle persone è oggi allergica all’idea di seguire dei precetti.

La motivazione reale di limitazioni (es. non rubare) e osservanze (es. onora il padre) per coloro che sono interessati all’evoluzione spirituale, è raggiungere un grado di purificazione sufficiente per essere pronti a livelli più avanzati di pratiche.

Non per obbligo o per morale, non perché bisogna essere buoni (giacché all’Assolto andiamo bene sia “persi” che “illuminati”, sia “malvagi” che “santi”). Ma semplicemente per nostra scelta.
Non perché se saremo buoni riceveremo un premio dal padre. Una visone questa che fa parte di uno stadio infantile dell’approccio alla spiritualità.
Ma per una sorta di fisica dell’energia. In condizioni di maggiore purezza si libera più energia, e più energia liberata consente risvegli sempre più profondi. Ad esempio, nell’Intensivo di Illuminazione le regole permettono di creare le condizioni necessarie affinché i partecipanti raggiungano in soli tre giorni un  livello di purificazione estremamente maggiore di quello a cui sono abituati.

Insomma, senza etica nessun progresso è possibile. Ogni via spirituale include delle norme di comportamento per questa ragione.
Ma Dio non ci chiede alcun progresso. Siamo liberi. È come dire, se vuoi laurearti, studia. Se vuoi progredire spiritualmente, attieniti ad un comportamento etico. Se non vuoi, va bene lo stesso.  È la tua libertà, è la tua scelta.

Parlerò della meditazione vera propria nel prossimo articolo.


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